lunedì 8 febbraio 2010

La tristezza della bellezza



Stando seduta ad osservare le montagne, così imponenti, così maestose, mi accorgo di quanto la bellezza sia triste.
Profondamente triste.
Immensamente triste.
Come quelle montagne.
O gli alberi secolari che mi circondano.
O i fili d’erba nel prato.
L’uccellino che sta morendo.
La coppia di anziani signori che cammina.
Il rintocco delle campane.
Le nuvole bianche in cielo.
Il profumo della primavera nell’aria.
Il signore con il bastone che, dopo 50 anni, ritorna nei luoghi dove passava da ragazzino le vacanze e non riesce a riconoscerli non avendo più punti di riferimento perché tutto è cambiato.
La nipote che lo accompagna.
La foglia che cade.
Il parcheggio semivuoto.
Le persiane chiuse della casa di fronte.
La scolaresca che passa.
I binari della ferrovia.
Tutto è immensamente e dannatamente triste.
Eppure è anche dannatamente bello.

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