venerdì 28 gennaio 2011

sprofondo



sprofondo

nelle sabbie mobili

del pensiero

martedì 25 gennaio 2011

Ma perchè deve portare a questo?



"Vai all'Inferno!"

A queste parole urlate in una fredda mattina di gennaio e che risuonano e risuonano e risuonano ancora incessantemente e ossessivamente nelle orecchie, "Ci sono già. E da tanto tempo" è la sola risposta che ho nel cuore.

Ma perchè camminare per la propria strada deve portare a questo?

Perchè per poter affermare un semplice diritto ad esistere si deve arrivare a questo?

E perchè devo sempre convivere con questo senso di colpa?

E perchè il pianto non da sollievo?

Ho cercato la felicità a lungo

Maybe I can find a place I can call my home

Maybe I can find a home I can call my own


Ho cercato la felicità a lungo.

Ho cercato la felicità frequentando uomini ricchi, frequentando i quartieri alti, case sfarzose, dove auto di lusso, gioielli e abiti firmati sono l’unica cosa che conta, dove in una sera con la più assoluta leggerezza e normalità si gettano al vento somme che sfamerebbero la popolazione di un villaggio del terzo mondo per un anno, dove ciò che più ha importanza è quello che hai e non quello che sei.
Lì l’ho cercata ma non l’ho trovata.

Allora ho cercato la felicità nei bassifondi, nella povertà, diventando povera tra i poveri, credendo che non fosse il denaro a fare la felicità, ma neppure lì l’ho trovata.

Ho cercato la felicità facendo mille lavori, cambiando mille professioni, passando dalle mille responsabilità a lavori che non “dicono” nulla.

Ho cercato la felicità frequentando uomini di tutte le età e le estrazioni sociali, l’ho cercata nei piaceri del sesso, passando di letto in letto, credendo che tra loro ci fosse chi potesse darmi il calore che andavo cercando, credendo che potessero riempire il vuoto che sentivo in fondo al cuore. Ma nessuno di loro ha saputo riempire il vuoto o darmi calore.

Ho cercato la felicità nel fondo di una bottiglia , credendo che l’alcool potesse darmi quel qualcosa di cui sentivo la mancanza, credendo che con il suo fuoco potesse riscaldare il mio cuore congelato.
Ma lì Lei non c’era.

Ho cercato la felicità nella libertà, credendo che la vera libertà fosse il non avere legami.

Ho cercato la felicità girando il mondo, credendo che fosse impossibile non trovarla in qualche angolo sperduto di questo pianeta. Credevo fermamente che l’avrei trovata là fuori, nascosta nelle acque profonde dell’oceano, sulla vetta di una montagna innevata, in cima ad un grattacielo, nel rumoroso via vai delle strade illuminate di una grande metropoli, in un villaggio remoto e polveroso, nelle dune di un deserto, tra i rami spogli di una foresta, lungo le rive di un fiume, nelle pianure spazzate dal vento.
Ma in nessuno di questi luoghi ho trovato la felicità.

Ho cercato la felicità tra gli intellettuali, in mezzo agli artisti, in un quartiere bohemien sulle rive della Senna. Credevo che poeti, pittori, artisti di strada e musicisti avessero un legame e una sensibilità particolari per portarmi da Lei, ma ho trovato solo egocentrismo, autocompiacimento e autocommiserazione.
Neanche tra gli artisti l’ho trovata.

Ho cercato la felicità nella fede, pregando e conversando con Dio, seguendo gli insegnamenti di un Santo che è diventato Mio Padre, circondandomi di uomini e donne di fede, condividendo il loro cammino, che però non era il mio.

Ho cercato la felicità nelle Sacre Scritture, in un viaggio a Gerusalemme, nei versi del Dhammapada, facendo dell’insegnamento dei Nativi il mio Sentiero Sacro, perdendomi tra i Sufi.

Ho cercato la felicità seguendo filosofie orientali, studiando un’antica lingua che potesse aprirmi le porte del suo mondo magico.

Ho cercato la felicità avendo fede nei sogni, l’ho cercata nelle gioie del passato, in progetti per il futuro, spremendo il presente.

Ho cercato la felicità nelle emozioni estreme, credendo che sfidando il buonsenso, ma soprattutto sfidando la vita, mi sarei sentita viva, e solo così, sentendomi viva, avrei trovato la felicità.
Ma anche questa ricerca non ha portato frutto.

Ho cercato la felicità nella morte. Se cerchi, non possiedi l’oggetto della tua ricerca, ed essendo l’infelicità l’unica costante della mia vita, l’equazione logica era vita= infelicità, morte=felicità, o ancora, vita:infelicità=felicità:morte (la vita sta all’infelicità come la felicità sta alla morte) , per cui seguendo l’illogicità di questo ragionamento credevo che con la Morte avrei conosciuto la felicità.
Ma non l’ho trovata perché non ho cercato la Morte.

Ho cercato la felicità negli occhi di un bambino, nella saggezza di un anziano, nella carezza di un cieco, nella gioia che dà speranza, nella fede di una numeraria, nell’impegno di un missionario, nel dovere di un soldato, nelle parole strascicate di un vecchio poeta, nei ricordi di una terra lontana, nell’amore inossidabile di una coppia cinquantennale, nelle promesse di due giovani sposi, nel sorriso di chi ha trovato la luce, nelle parole che recano conforto, nel miracolo di una nascita, nella salvezza di un’anima dannata, nelle mani capaci di creare, nelle menti di uomini sapienti, nel sollievo di una guarigione, nella forza di una battaglia, nel coraggio di una sfida, nella perseveranza di chi lotta e non si arrende.
L’ho cercata, ma non l’ho trovata.

Ho inseguito la felicità a lungo, in Terra e in Cielo, ma ovunque andassi Lei non c’era.
Ho inseguito la felicità a lungo ma senza trovarla mai.
Dopo tutto questo cercare e questo inseguire mi sono fermata e mi sono chiesta se esiste veramente, questa felicità, o se è semplicemente un’invenzione dell’uomo.
Mi sono chiesta: ma CHE COSA è la felicità? DOVE È la felicità?

Lascio a te la Risposta.

Io improvvisamente mi sono resa conto che l’ho rincorsa dappertutto, in tutti gli angoli della Terra e del Cielo, ma non avevo guardato nell’UNICO posto in cui Lei c’era.
Dentro di me.
Non l’avevo mai cercata dentro di me.
Nelle viscere del mio Essere.
Nella profondità del mio cuore.
Ho aperto le porte del mio Essere e Lei era lì ad aspettarmi.

giovedì 20 gennaio 2011

Remember - Ricordati - Christina G. Rossetti

La poesia che mi risuona nel cuore più di ogni altra e che da sempre considero il mio "manifesto".

Remember - Christina G. Rossetti

Remember me when I am gone away,
Gone far away into the silent land;
When you can no more hold me by the hand,
Nor I half turn to go yet turning stay.
Remember me when no more day by day
You tell me of our future that you planned:
Only remember me; you understand
It will be late to counsel then or pray.
Yet if you should forget me for a while
And afterwards remember, do not grieve:
For if the darkness and corruption leave
A vestige of the thoughts that once I had,
Better by far you should forget and smile
Than that you should remember and be sad.


Ricordami

Ricordati di me quando me ne sarò andata via,
Andata via lontano nella terra del silenzio;
Quando non mi potrai più tenere per mano,
E nemmeno io potrò più voltarmi per andarmene o rimanere.
Ricordati di me quando non potrai più giorno dopo giorno
Parlarmi del nostro futuro che tu avevi progettato:
Semplicemente ricordati di me; capisci
Sarà tardi per consigliare o pregare.
Ma se tu dovessi scordarti di me per un attimo
E subito dopo ricordartene, non rattristarti:
Perché se l’oscurità e la corruzione lasciano
Anche solo una piccola traccia dei pensieri che ho avuto in vita,
È molto meglio che tu ti scorda di me e sorrida,
Piuttosto che tu ti ricordi e sia triste.

domenica 2 gennaio 2011

My Paradise


I took this picture not long time ago in the place I've always considered as my Paradise, my Refuge when everything was too painful, or too heavy to bear.
there in my Paradise every Dream could come true. they were so true, they were within reach, I could touch them with my hands. there in my Paradise the sun was always shining, I was surrounded by Beauty, and Love, and Light.
now my Paradise has become my Hell.
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ho scattato questa foto non tanto tempo fa nel luogo che ho sempre considerato il mio Paradiso, il mio Rifugio quando tutto era troppo doloroso o troppo pesante da sopportare.
là nel mio Paradiso ogni Sogno poteva diventare realtà. erano così reali, così a portata di mano, potevi quasi toccarli. là nel mio Pardiso splendeva sempre il sole, ero circondata dalla Bellezza, dall'Amore e dalla Luce.
ora il mio Paradiso è diventato il mio Inferno.

sabato 1 gennaio 2011

the Journey in the Valley of my Soul

I was lying in the Shadows
when a Light came to guide my Heart
through the Valley of Death and Void
through the Sea of Solitude and Pain
I wandered in the Desert of my Soul
when a Light like a guiding Star
appeared to give me Direction
like a burning fire in my breast
gave me the Strength and the Will
to rise up again after falling down
and like a drum beat time
of my steps on the Path

the Journey in the Valley of my Soul has begun



















a differenza del Vagare che non ha una Direzione, il Viaggio ha una meta sulla quale posare lo sguardo quando ti incammini.
il Viaggio ha una Destinazione, un Obiettivo da raggiungere.
i Sentieri che ti portano lì possono cambiare lungo il Cammino, perché ogni Viaggio è pieno di sorprese, di persone nuove da incontrare, di ostacoli da superare, di sfide da affrontare, di paesaggi da ammirare, di deviazioni improvvise, ma il bello del Viaggio è che non è mai come te lo saresti aspettato.

ho terminato il mio Vagare senza meta.
ora ho una Destinazione.
la mia Destinazione.