martedì 25 gennaio 2011

Ho cercato la felicità a lungo

Maybe I can find a place I can call my home

Maybe I can find a home I can call my own


Ho cercato la felicità a lungo.

Ho cercato la felicità frequentando uomini ricchi, frequentando i quartieri alti, case sfarzose, dove auto di lusso, gioielli e abiti firmati sono l’unica cosa che conta, dove in una sera con la più assoluta leggerezza e normalità si gettano al vento somme che sfamerebbero la popolazione di un villaggio del terzo mondo per un anno, dove ciò che più ha importanza è quello che hai e non quello che sei.
Lì l’ho cercata ma non l’ho trovata.

Allora ho cercato la felicità nei bassifondi, nella povertà, diventando povera tra i poveri, credendo che non fosse il denaro a fare la felicità, ma neppure lì l’ho trovata.

Ho cercato la felicità facendo mille lavori, cambiando mille professioni, passando dalle mille responsabilità a lavori che non “dicono” nulla.

Ho cercato la felicità frequentando uomini di tutte le età e le estrazioni sociali, l’ho cercata nei piaceri del sesso, passando di letto in letto, credendo che tra loro ci fosse chi potesse darmi il calore che andavo cercando, credendo che potessero riempire il vuoto che sentivo in fondo al cuore. Ma nessuno di loro ha saputo riempire il vuoto o darmi calore.

Ho cercato la felicità nel fondo di una bottiglia , credendo che l’alcool potesse darmi quel qualcosa di cui sentivo la mancanza, credendo che con il suo fuoco potesse riscaldare il mio cuore congelato.
Ma lì Lei non c’era.

Ho cercato la felicità nella libertà, credendo che la vera libertà fosse il non avere legami.

Ho cercato la felicità girando il mondo, credendo che fosse impossibile non trovarla in qualche angolo sperduto di questo pianeta. Credevo fermamente che l’avrei trovata là fuori, nascosta nelle acque profonde dell’oceano, sulla vetta di una montagna innevata, in cima ad un grattacielo, nel rumoroso via vai delle strade illuminate di una grande metropoli, in un villaggio remoto e polveroso, nelle dune di un deserto, tra i rami spogli di una foresta, lungo le rive di un fiume, nelle pianure spazzate dal vento.
Ma in nessuno di questi luoghi ho trovato la felicità.

Ho cercato la felicità tra gli intellettuali, in mezzo agli artisti, in un quartiere bohemien sulle rive della Senna. Credevo che poeti, pittori, artisti di strada e musicisti avessero un legame e una sensibilità particolari per portarmi da Lei, ma ho trovato solo egocentrismo, autocompiacimento e autocommiserazione.
Neanche tra gli artisti l’ho trovata.

Ho cercato la felicità nella fede, pregando e conversando con Dio, seguendo gli insegnamenti di un Santo che è diventato Mio Padre, circondandomi di uomini e donne di fede, condividendo il loro cammino, che però non era il mio.

Ho cercato la felicità nelle Sacre Scritture, in un viaggio a Gerusalemme, nei versi del Dhammapada, facendo dell’insegnamento dei Nativi il mio Sentiero Sacro, perdendomi tra i Sufi.

Ho cercato la felicità seguendo filosofie orientali, studiando un’antica lingua che potesse aprirmi le porte del suo mondo magico.

Ho cercato la felicità avendo fede nei sogni, l’ho cercata nelle gioie del passato, in progetti per il futuro, spremendo il presente.

Ho cercato la felicità nelle emozioni estreme, credendo che sfidando il buonsenso, ma soprattutto sfidando la vita, mi sarei sentita viva, e solo così, sentendomi viva, avrei trovato la felicità.
Ma anche questa ricerca non ha portato frutto.

Ho cercato la felicità nella morte. Se cerchi, non possiedi l’oggetto della tua ricerca, ed essendo l’infelicità l’unica costante della mia vita, l’equazione logica era vita= infelicità, morte=felicità, o ancora, vita:infelicità=felicità:morte (la vita sta all’infelicità come la felicità sta alla morte) , per cui seguendo l’illogicità di questo ragionamento credevo che con la Morte avrei conosciuto la felicità.
Ma non l’ho trovata perché non ho cercato la Morte.

Ho cercato la felicità negli occhi di un bambino, nella saggezza di un anziano, nella carezza di un cieco, nella gioia che dà speranza, nella fede di una numeraria, nell’impegno di un missionario, nel dovere di un soldato, nelle parole strascicate di un vecchio poeta, nei ricordi di una terra lontana, nell’amore inossidabile di una coppia cinquantennale, nelle promesse di due giovani sposi, nel sorriso di chi ha trovato la luce, nelle parole che recano conforto, nel miracolo di una nascita, nella salvezza di un’anima dannata, nelle mani capaci di creare, nelle menti di uomini sapienti, nel sollievo di una guarigione, nella forza di una battaglia, nel coraggio di una sfida, nella perseveranza di chi lotta e non si arrende.
L’ho cercata, ma non l’ho trovata.

Ho inseguito la felicità a lungo, in Terra e in Cielo, ma ovunque andassi Lei non c’era.
Ho inseguito la felicità a lungo ma senza trovarla mai.
Dopo tutto questo cercare e questo inseguire mi sono fermata e mi sono chiesta se esiste veramente, questa felicità, o se è semplicemente un’invenzione dell’uomo.
Mi sono chiesta: ma CHE COSA è la felicità? DOVE È la felicità?

Lascio a te la Risposta.

Io improvvisamente mi sono resa conto che l’ho rincorsa dappertutto, in tutti gli angoli della Terra e del Cielo, ma non avevo guardato nell’UNICO posto in cui Lei c’era.
Dentro di me.
Non l’avevo mai cercata dentro di me.
Nelle viscere del mio Essere.
Nella profondità del mio cuore.
Ho aperto le porte del mio Essere e Lei era lì ad aspettarmi.

Nessun commento:

Posta un commento